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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


ORDINAZIONE PRESBITERALE E DIACONALI
Ferrara 9 ottobre 1999

1. "Il Signore degli eserciti preparerà su questo monte un banchetto di grasse vivande". E’ frequente nella S. Scrittura il ricorso all’immagine del banchetto per indicare la condizione definitiva nella quale il Signore Iddio vuole introdurre l’uomo. L’immagine richiama un’esperienza di sazietà dei propri desideri, un’esperienza di comunione reciproca fra i convitati, un’esperienza di gioia profonda. Essere saziati nei propri desideri, vivere nella reciprocità delle persone, dimorare nella gioia: le dimensioni essenziali della salvezza dell’intera umanità di ogni uomo e di ogni donna.

Da che cosa sono insidiate? dalla insuperabile difficoltà di giungere a capire fino in fondo l’enigma della propria esistenza: il velo del dubbio e dell’incertezza che copre la faccia dell’uomo. Il Signore Iddio perciò si impegna in una promessa di luce: "Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti". La reciproca comunione fra le persone è insidiata perennemente dalla morte. Questa infatti si rivela precisamente in tutta la sua insopportabile assurdità quando colpisce la persona amata. Il Signore Iddio perciò si impegna in una promessa di vita: "eliminerà la morte per sempre: il Signore Dio asciugherà le lacrime suo ogni volto". La gioia del cuore è spenta ogni volta che vengono inquinate le sorgenti della speranza, quando l’uomo consegnato solo a se stesso perde il diritto di sperare una gioia che non sia tagliata sulla misura dell’istante presente. Ecco perché i convitati al banchetto preparato dal Signore degli eserciti possono dire in tutta verità: "questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza". Per la sua salvezza: non la fragile e momentanea salvezza che l’uomo cerca di assicurarsi colle sue mani. Felicità e grazia saranno compagne tutti i giorni della vita, non mancando più di nulla, dal momento che è il Signore stesso a preparare all’uomo una mensa.

E’ questa la promessa fatta al cuore di ogni uomo, "poiché il Signore ha parlato". Una promessa da sempre attesa, e al contempo sempre così nuova da riempirti ogni volta che l’ascolti, il cuore di stupore.

2. "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio". Questo è il cuore della predicazione cristiana: la promessa è già stata mantenuta, Dio ha già dato compimento ad essa. Quando? quando ha celebrato il banchetto di nozze per suo figlio. E "Dio Padre dispose queste nozze per il Figlio quando volle che questi si unisse alla natura umana nel grembo della Vergine e che, Dio prima dei secoli, si facesse uomo alla fine dei secoli""[S. Gregorio M., Omelie sui Vangeli, XXXVIII,3; CN ed., pag. 521]. E poiché, "con l’Incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo"[Cost. past. Gaudium et Spes 22,2], ogni uomo è invitato a questo banchetto di nozze. E’ invitato ad incontrare Cristo, a vivere con Lui ed in Lui, poiché questo incontro dona sazietà al desiderio dell’uomo, costituisce vera reciprocità di amore fra le persone, e dona al cuore umano pienezza di gioia.

E’ nell’incontro con Cristo, infatti, che l’uomo scioglie l’enigma del suo esistere: "in realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo … Cristo (infatti) proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso" [ib.,1]. In Lui ogni verità parziale sull’uomo trova il suo compimento, poiché è in Lui che viene strappato dai volti umani il velo che li copriva. Egli è la verità intera dell’uomo.

E’ nell’incontro con Cristo e nella partecipazione alla sua vita che le persone umane possono ricostruire la loro reciproca comunione nell’amore. L’uomo, l’unica creatura che può ritrovare se stessa solo nel dono di sé, riceve da Cristo la capacità del dono, la capacità dell’amore. E può così gustare l’unica vera gioia del cuore: la gioia di donare, cioè di amare.

3. "Poi disse ai suoi servi: il banchetto nuziale è pronto …andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". Dentro al mistero del Dio che compie la sua promessa unendo la natura umana alla Persona del suo Figlio unigenito, invitando ogni uomo a partecipare a questa unione, si pone oggi il santo e venerando mistero dell’ordinazione presbiterale di Roberto e dell’ordinazione diaconale di Andrea, Graziano, e Domenico. Mistero grande e commovente!

Mistero grande! Le loro persone oggi ricevono la missione, in modo sostanzialmente completo Roberto ed in modo iniziale Andrea, Graziano e Domenico, di andare ovunque ai crocicchi delle strade, per dire a tutti quelli che troveranno: "Ecco il banchetto nuziale è pronto, venite alle nozze". Ed a tutti gli assetati: "O voi tutti assetati venite all’acqua… perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia?" (Is. 55,1.2).

Mistero commovente! La loro libertà è messa interamente al servizio dell’amore del Padre verso ogni uomo; il loro cuore, la loro intera capacità di amare è messa a disposizione, nella verginità povera ed obbediente, del dono che Cristo fa di sé (eucaristicamente) ad ogni uomo. Essi non hanno tenuto per sé la gioia del banchetto, la gioia di essere stati invitati alle nozze del Figlio: vogliono che ogni persona possa sedersi a questa mensa della verità, della vita, della gioia.

4. "Ma questi [gli invitati alle nozze] non vollero venire". La parola evangelica non nasconde la dimensione drammatica della loro esistenza sacerdotale: "non vollero venire". Carissimi, esiste nell’uomo che incontrerete "ai crocicchi delle strade" la possibilità di rifiutare il vostro invito. Perché? Perché può preferire di andare "chi al proprio campo, chi ai propri affari".

In preda al tedio della vita l’uomo che incontrate spesso non sa più che cosa occorre desiderare, ed estingue in sé le speranze troppo grandi. Finisce così per morire d’inedia nella sua annoiata esistenza dedita solo "al proprio campo". Non volendo gustare la dolcezza del banchetto di nozze, preferisce la fame, fino a restare privo perfino del desiderio, avendo perduto da troppo tempo il gusto del vero cibo che sazia. Dedito "al proprio campo": l’elevazione del criterio dell’utilità individuale impedisce di accogliere l’invito al banchetto da parte di chi ha l’animo devastato dal codice utilitarista.

Ma tutto questo non esaurisce ancora la dimensione drammatica della vostra esistenza, poiché "altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero". Questa sarà la vera sfida a cui sarete sottoposti. Non nel senso di una uccisione fisica: cercheranno di uccidervi nel cuore. Come? Togliendovi la consapevolezza della necessità e della novità assoluta del banchetto di nozze che voi annunciate: della necessità assoluta di Cristo a causa della sua unicità e novità. Cercheranno cioè di omologare il vostro invito al banchetto di nozze ad un noioso invito ad unire gli uomini attorno ad un denominatore comune di universali regole e valori morali.

Il Signore da questa sera vi chiede per sempre di riportare agli occhi del cuore umano quelle delizie che procurano la vera sazietà. Di continuare a dire: "venite alle nozze", consapevoli che, ricevendo lo Spirito Santo, tutto potrete in Colui che vi dà forza.

"Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli", per il dono che questa sera ha fatto della vostra persona ad ogni uomo.