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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


XXIII DOMENICA PER ANNUM (B): conferimento dell’Accolitato
Ferrara-Quacchio
7 settembre 2003

1. "Dite agli smarriti di cuore: coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio … Egli viene a salvarvi". La profezia si compie nel Vangelo: Dio è venuto in Gesù, il Verbo fattosi uomo. "Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi": nella pagina del Vangelo è narrato il compimento di questa promessa. Promessa profetica e compimento evangelico si inscrivono in un progetto divino più grandioso. All’inizio della creazione Dio "fece bene ogni cosa" [cfr. Gen 1]; ora, il popolo di fronte al miracolo concepito da Gesù esclama: "ha fatto bene ogni cosa". "I difetti che sfigurarono la creazione divina vengono eliminati e di nuovo si mostra tutto lo splendore della creazione stessa" [R. Schnackenburg, Vangelo secondo Marco, Città Nuova ed., Roma 2002, pag. 164].

In che cosa la creazione è sfigurata? Nella malattia, nella deturpazione della persona umana in vista della quale tutta la creazione è stata pensata e voluta. La narrazione del miracolo compiuto da Gesù è fatta in modo tale da comunicarci quest’intima certezza: Gesù è il Vero e l’Unico, nel quale e per mezzo del quale giunge all’uomo la salvezza divina, la reintegrazione nella sua originaria dignità. Vediamo brevemente come.

Il miracolo viene compiuto "in pieno territorio della Decapoli", cioè in un territorio pagano. Peraltro la pagina che stiamo meditando segue immediatamente al racconto della guarigione della figlia di una donna sirofenicia. L’azione salvifica di Gesù riguarda l’uomo, ogni uomo.

Dio vuole che in Lui ogni uomo si salvi e raggiunga la conoscenza della verità.

La malattia da cui l’uomo viene guarito era una tale sordità da impedirgli anche l’apprendimento della parola. Carissimi fedeli, in questo particolare si nasconde un grande mistero sull’uomo. L’uomo è un essere in relazione con Dio e cogli altri. E la relazione interpersonale è istituita in primo luogo dall'ascolto e dalla parola. L’uomo è "uditore di Dio", colui al quale Dio rivolge la sua Parola ed è reso capace di rispondere; ogni persona umana è chiamata anche alla comunione con le altre persone umane. Il sordo-muto è l’uomo incapace di comunicare; l’uomo imprigionato dentro alla sua solitudine; l’uomo degradato nella sua umanità.

È questo uomo che Gesù guarisce. In che modo? Fate bene attenzione! È vero che Gesù ricorre all’inizio a gesti che si conformano alla mentalità popolare: "gli pose le dita nelle orecchie e con la saliva gli toccò la lingua". Ma questo è solo la preparazione. La guarigione è opera della parola di Cristo; una parola pronunciata dopo aver alzato il suo sguardo al cielo, in intima unione col Padre; in una profonda compartecipazione alla miseria umana come mostra "il sospiro" che scuote la sua persona. E la parola è "effata-apriti". E’ rivolta alla persona nella sua interezza; è l’uomo intero che viene guarito.

La Chiesa ha dato di questa pagina una stupenda interpretazione. Essa ha introdotto nella sua liturgia battesimale questo gesto del Signore. È attraverso il battesimo che il Signore fa bene ogni cosa, perché rigenera l’uomo reintegrandolo nella sua capacità di dialogare con Dio e coi suoi fratelli.

2. Carissimi Gianfranco e Marcello, oggi riceverete il sacro ministero dell’Accolitato. È un ulteriore passo vero il Diaconato permanente. La pagina evangelica appena meditata è particolarmente illuminante a riguardo del vostro cammino diaconale.

Il sacro ministero è una speciale partecipazione a quell’opera di rigenerazione dell’uomo compiutasi in Cristo e che Egli oggi sta attuando mediante la sua Chiesa. Ministri di Cristo nella sua Chiesa per essere i servi della redenzione dell’uomo. Lo Spirito Santo vi prepari veramente "a dire la parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore, perché si sciolgano le loro lingue, e siano capaci di lodare con noi il Signore": ora ed in eterno.