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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


IV DOMENICA DI QUARESIMA
S. Maria in Vado
2 aprile 2000

1. "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna". In queste parole è riassunta tutta la fede cristiana. Esse parlano di "Dio", del "Figlio unigenito", dell’"uomo" [di ciascuno di noi].

Esse parlano di "Dio": che cosa dicono? Che "ha tanto amato il mondo", e S. Paolo [nella seconda lettura] aggiunge che Egli è "ricco di misericordia" e che la ricchezza della sua grazia è straordinaria. Questo è il nostro Dio, il Dio che noi preghiamo: Dio che ci ama uno per uno, singolarmente. Non si tratta di un amore generico, di fronte al quale ciascuno di noi si trova confuso in mezzo a tanti altri, ma di un dono fatto a ciascuno singolarmente, secondo la proprie particolarità. Questo amore che il Padre ha per ciascuno di noi può, deve essere solo sorgente di gioia e di certezza di speranza, poiché esso è completamente "gratuito". Dio ci ama sempre e comunque: "e ciò non viene da voi, ma viene da Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene". Non è che Dio dica: "come potrei non amare l’uomo, visto come si comporta bene; le sue opere buone mi costringono, in un certo senso, a volergli bene". No: l’amore con cui Dio ci ama è un amore incondizionato. Non è che Dio ci ama perché siamo buoni, ma viceversa – noi siamo buoni perché Dio ci ama. E’ questo il significato profondo dalle parole di S. Paolo: "siamo opera sua; creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché voi le praticassimo". E’ un amore sempre immeritato.

Da che cosa noi sappiamo, possiamo essere certi che Dio ci ama in questo modo? Scrivendo ai suoi fedeli, l’evangelista Giovanni dice: "in questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui" (1Gv 4,9). Da questo testo e dal testo evangelico appena letto risulta con chiarezza che noi possiamo, dobbiamo essere certi dell’amore di Dio per ciascuno di noi sulla base del fatto che Egli ha inviato in mezzo a noi Gesù, suo Figlio unigenito. La presenza di Gesù in mezzo a noi è dovuta all’amore che il Padre ha per noi; ha la sua spiegazione ultima nel fatto che il Padre non vuole che nessuno di noi si perda. Il Figlio unigenito è ciò che di più caro ha il Padre; è ciò che di più prezioso Egli può donarci. Questo dono è giunto fino al punto della morte sulla Croce.

Certamente solo il Figlio si è fatto uomo come uno di noi: è presente visibilmente conducendo una vita umana uguale alla nostra. Ma in Lui è presente il Padre: in Lui agisce il Padre e ci mostra fino a quale punto Egli ci ama. Questo amore il Padre lo realizza in Cristo. Ascoltiamo ancora quanto dice S. Paolo: "per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia siete stati salvati".

Questo amore del Padre che si mostra in Gesù, soprattutto nella morte di Gesù, a che cosa mira? "…perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna". Dunque, il suo amore mira a che noi possiamo vivere di una vita eterna. "Eterna" non indica in primo luogo la misura della sua durata: una vita senza fine, indistruttibile. "Eterna" significa la qualità: essa è la vita stessa divina, il modo divino di vivere. E’ quindi vita piena di beatitudine. Il Padre ci ha amati così tanto da donare il suo Figlio unigenito perché ciascuno di noi divenisse partecipe della stessa vita divina. Quando? dopo la morte? non propriamente: subito, adesso. Adesso tu puoi entrare in possesso della vita eterna. Come? Se sei nella tenebre, per uscire devi accostarti ad una fonte luminosa. Gesù è Colui che ci dona la vita eterna. E’ necessario accostarci a Lui. In Lui è la Vita.

2. Carissimi fratelli e sorelle: oggi concludiamo la Visita pastorale. Sono stato in mezzo a voi inviato dal Padre perché vi annunciassi il suo Amore, perché possiate vivere nella pienezza della vita.

La parola che oggi il Signore ci dona ci fa capire che tutta la vita della nostra comunità, come di ogni comunità cristiana, deve essere incentrata sull’avvenimento in cui si è mostrato l’amore del Padre: la persona e la vita di Gesù. Perché, infatti, esiste la catechesi? Per farvi conoscere la persona di Gesù. Perché esistono vari gruppi nella vostra comunità? Perché possiate conoscere la persona di Gesù. Perché celebriamo i divini misteri? Per incontrarlo e vivere di Lui.

"Gesù Cristo è il principio e la fine; l’alfa e l’omega. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia. Egli è la chiave dei nostri destini. Egli è il mediatore, il ponte fra la terra e il cielo; Egli è per antonomasia il Figlio dell’uomo, perché Egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito" [Paolo VI, Discorso di Manila 29-9-79].

"Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna".