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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


VIII domenica per annum (B)
Ferrara, Chiesa di S. Carlo
2 marzo 2003

1. "Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare". Durante queste domeniche la Chiesa ci sta introducendo nel mistero di Cristo mediante la lettura e la meditazione delle prime pagine del Vangelo di Marco. Oggi abbiamo ascoltato una delle più possenti e suggestive rivelazione che Cristo ha fatto di se stesso. Assumendo in sé tutta una lunga tradizione del suo popolo, conformemente alla quale l’Alleanza fra Dio ed Israele poteva essere pensata come un vincolo coniugale, Gesù ha la coscienza di essere Lui stesso lo sposo che si unisce all’umanità. Ciò che alla Chiesa interessa, leggendo questa pagina, non è quindi quale comportamento tenere nei confronti del digiuno: in questa discussione sul digiuno è l’identità di Cristo che viene svelata.

Le nozze, come dicevo, nella letteratura profetica erano una delle figure privilegiate del tempo della salvezza, come abbiamo ascoltato nella prima lettura: "ti farò mia sposa per sempre … ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore". Gesù spiega che colla sua persona, nella sua presenza è venuto il tempo delle nozze, cioè della salvezza e dell’adempimento della promessa profetica.

La pagina evangelica mette in risalto due dimensioni di questo avvenimento nuziale. La prima è la dimensione della gioia: nella presenza di Cristo l’uomo trova una ragione vera di gioire. Si apre qui la prospettiva profonda ed ampia della risposta cristiana al più grave paradosso della vita umana: la percezione chiara di ciò che costituirebbe, al di là di tutti i beni creati, la vera beatitudine, implica sempre la certezza che non esiste una perfetta beatitudine. Il primo annuncio che la festa di nozze era iniziata, fatta dagli angeli la notte di Natale, comincia quindi nel modo seguente: "non temete, ecco vi annuncio una grande gioia" [Lc 2,16].

La seconda dimensione messa in risalto dalla pagina evangelica è la novità: con Gesù è venuto nel mondo qualcosa di assoclutamente, totalmente nuovo che non può inscriversi dentro all’ordinamento antico. L’avvenimento cristiano è nella sua novità incoordinabile con quanto lo precede: volerlo coordinare significa "mettere vino nuovo in otri vecchi". La riduzione dell’avvenimento cristiano ad una qualsiasi minimo comune denominatore o di carattere religioso o di carattere etico è rifiutata dalle parole stesse di Cristo. L’incoordinabilità della proposta cristiana è in realtà l’unica risposta vera alle attese dell’uomo. Lo ha ben capito un uomo grande del secolo scorso che scrisse: "Un imprevisto/ è la sola speranza. Ma mi dicono /ch’è una stoltezza dirselo" [E. Montale, Prima del viaggio]. Una delle nostre peggiori disgrazie è stata di avere costretta la categoria della "possibilità" dentro la misura delle nostre forze: abbiamo chiamato questa disgrazia correttezza scientifica. E’ stato di aver pensato che non vi è niente dentro di noi se non ciò che noi stessi vi abbiamo messo: abbiamo chiamato questa disgrazia uso critico della ragione. In sostanza, ci siamo ridotti ad essere otri vecchi con dentro vino vecchio.

2. Carissimi fratelli e sorelle, la pagina evangelica è particolarmente adeguata alle ragioni del vostro trovarvi assieme. Essa ci offre una delle fondamentali risposte al problema del rapporto Israele-Chiesa.

La Chiesa è convinta che Gesù è venuto a recare il "vino nuovo" ed a riempire fino all’orlo le anfore preparate da Israele per la purificazione [cfr. GV 2,1-11]: per questo la Chiesa si è anche staccata dal vecchio Israele, ma nello stesso tempo si sente ad essa legata indissolubilmente. La nuova Alleanza è l’eterna Alleanza; la nuova Alleanza è la realizzazione di un unico progetto di salvezza che viene istituito "con Abramo e la sua discendenza per sempre" trova la sua imprevista pienezza nel sacrifico di Cristo.

La Chiesa alla fine adora il mistero di una storia di salvezza la cui "logica" di novità/eternità è umanamente incomprensibile, e perciò nell’Eucarestia essa proclama al contempo sul calice del sangue di Cristo, la "nuova ed eterna Alleanza".