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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO
2 febbraio 2001

1. "Quando venne il tempo della purificazione secondo la Legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore". Queste parole evangeliche rivelano interamente il mistero che oggi la Chiesa celebra: la "presentazione" cioè "l’offerta al Signore" che Maria e Giuseppe fanno di Gesù nel Tempio di Gerusalemme.

Molteplici sono le dimensioni di questo mistero di offerta: è bello e giusto che ci soffermiamo brevemente su almeno alcune di esse. Guidati dalla Parola che ci è stata appena annunciata.

Questo mistero riguarda in primo luogo il rapporto di Gesù col Padre: esso è il mistero dell’incontro di Gesù, del Verbo nella sua umanità da poco assunta, col Padre. "ogni maschio primogenito sarà sacro [cioè offerto] al Signore", aveva stabilito l’antica Legge in previsione del mistero che oggi celebriamo. Nell’offerta compiuta da Maria e Giuseppe è già prefigurata ed anticipata in un certo senso l’offerta che Cristo farà di Sé sulla Croce. Attraverso questo dono di Sé, Gesù il Cristo ristabilisce il vero culto della Nuova ed Eterna Alleanza, come ci ha insegnato il profeta Malachia nella prima lettura: "purificherà i figli di Levi … perché possano offrire al Signore un’oblazione secondo giustizia". Nell’offerta che Cristo fa di Sé all’uomo è dato di entrare alla presenza di Dio; l’uomo è riammesso alla presenza di Dio.

Ma questo ingresso di Cristo nel Tempio vero, nel santuario celeste, non riguarda Lui solo: con Lui ed in Lui anche ciascuno di noi entra oggi nel Tempio vero e viene "presentato", offerto cioè come "oblazione secondo giustizia" al Padre. Esiste infatti, come ci ha appena svelato la seconda lettura, una misteriosa ma reale solidarietà fra Cristo e ciascuno di noi. A causa di essa ogni atto compiuto da Cristo è compiuto anche da noi e per noi, dal momento che il Capo non può mai essere separato dalle sue membra. Infatti, "poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Gesù ne è divenuto partecipe". La solidarietà fra Gesù offerto oggi al Tempio e ciascuno di noi ha la sua radice profonda nella partecipazione sua e nostra alla stessa natura umana debole, esposta al dolore a alla morte: "egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura". E, come insegnano i Padri della Chiesa, "Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo" [Gaudium et Spes 22,2].

Prendersi cura dell’uomo significa liberare l’uomo dal suo vero, ultimo definitivo male: la morte. Gesù è diventato partecipe della nostra natura mortale per poter morire in essa e così "ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita". L’offerta che oggi Cristo fa di Se stesso oggi nel Tempio prefigura ed anticipa la sua morte sulla Croce, e quindi oggi accade il primo incontro con l’uomo e la donna che attendono la salvezza: l’uomo e la donna raffigurati in Simeone ed Anna. E’ questa l’altra grande dimensione del mistero oggi celebrato.

Cristo incontra il Padre offrendo Se stesso ed in questa offerta incontra l’uomo e la donna, nel senso che li rigenera "per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce" [1Pt 1,4]. E Simeone può già pregare che venga la morte, ed Anna "si mise anche lei a lodare Dio" poiché quanti aspettavano la redenzione, sono stati ascoltati.

2. Carissimi religiosi e religiose, dentro a questo mistero voi comprendete oggi la verità della vostra consacrazione verginale ed il suo senso. Il mistero odierno infatti vi svela le coordinate che la situano nel punto giusto dentro al mistero coinvolgente della Chiesa. Voi infatti siete le "icone più trasparenti e luminose" dell’offerta che Cristo oggi fa di Sé al Tempio: la ripresentate nella e per la Chiesa.

In Cristo e con Cristo voi avete voluto fare della nostra persona – in ciò che ha e in ciò che è – un "oblazione secondo giustizia" al Padre: per testimoniare nel mondo prima di tutto l’infinita grandezza di Dio, l’immensità della sua Gloria. Nulla vi separi più da Cristo nel suo fare del Regno del Padre il contenuto della Sua missione. Lasciate che la presenza del sacrificio di Cristo bruci in voi e consumi ogni altro pensiero, per vivere solo nella luce della Gloria del Padre e della sua presenza nel tempio del vostro corpo offerto nella verginità e nell’intimo santuario della vostra volontà donata nell’obbedienza.

Ma inscindibilmente Cristo oggi offrendosi al Padre, incontra l’uomo e la donna nei loro desideri e bisogni più profondi e più veri: in Lui se vi offrite al Padre, siete inviati ad incontrare ogni persona umana. Nella verità della sua umanità vera, non quella offuscata o mascherata dalla menzogna. Ogni miseria umana apra una ferita nel vostro cuore verginale: ogni vero bisogno umano trovi risposta in esso.

Mentre ringraziamo il Signore perché ci siete, il Vescovo questa sera pone ciascuno/a di voi sull’altare perché il sacrificio della vostra persona sia in Cristo offerta gradita al Padre, per la salvezza dell’uomo.