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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI
Cattedrale: 1 novembre 2002

1. "Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente". Celebrando oggi la festa di tutti i santi, la Chiesa desidera che noi abbiamo una chiara intelligenza della santità cristiana, della vera natura della santità cristiana. A questa intelligenza ci aiuta il testo di S. Giovanni che abbiamo appena ascoltato.

La santità cristiana non è in primo luogo il risultato di un impegno indefesso dell’uomo che lo porta alla perfezione morale. La santità cristiana è grazia, è dono che ci viene fatto dal Padre: la grazia, il dono di essere chiamati figli di Dio, e di esserlo veramente. La santificazione della nostra persona è il risultato di un’azione divina che ci trasforma e ci fa essere "figli di Dio": come Cristo, in Cristo, e per mezzo di Cristo, il Figlio unigenito. La nostra santità consiste nella nostra divina filiazione. Essa dunque, la santità, non è privilegio di pochi battezzati, vocazione riservata ad alcuni: la santità è donata a tutti; è vocazione di ogni cristiano.

Dicendo però che la santità è "vocazione", ne mettiamo in risalto un’altra dimensione, sulla quale pure l’apostolo Giovanni ci ha richiamati nella seconda lettura. Egli ci ha appena detto: "chiunque ha questa speranza in Lui, purifica se stesso". Quale speranza? La speranza che "quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è". La nostra sorte, ciò a cui siamo destinati è l’eterna comunione di vita con Dio. Se infatti, insegna S. Paolo, "siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo" [Rom 8,17a]. Avendo impresso nel nostro essere questo orientamento, siamo chiamati a corrispondervi pienamente. La divina figliazione che costruisce la nostra santità, è al contempo dono e compito, grazia e vocazione. La santità ricevuta deve essere mantenuta e perfezionata. L’apostolo Paolo infatti ci invita a vivere "come si conviene a santi" [Ef 5,3] e a rivestirsi "come eletti di Dio santi ed amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza" [Col 3,12]. E poiché tutti quotidianamente pecchiamo, abbiamo bisogno continuo di purificarci: "purifica se stesso, come Egli è puro".

2. Carissimi fratelli e sorelle, la celebrazione odierna ci dona la visione cristiana dell’uomo, e ci indica in che cosa consista la vera grandezza e dignità della persona umana. La misura della grandezza dell’uomo non è data dalla misura del suo avere, ma dalla misura del suo essere. E la "misura" dell’uomo è Gesù il Cristo, al quale resi conformi nel battesimo dobbiamo progressivamente conformarci fino alla pienezza.

La vita di questa progressiva conformazione questa sera ci viene indicata nella pagina evangelica: nelle beatitudini. E’ la via della povertà in spirito, della mitezza, della fame e sete di giustizia, della misericordia, della purezza del cuore, della pace.

Chi segue questa via costruisce la sua vita su Cristo, misura vera del nostro essere, e raggiunge la pienezza della santità.