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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Domenica Quinta di Pasqua
Milano, 22 maggio 2011


1. "Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola". Cari fratelli e sorelle, cari cresimandi, la Sacra Scrittura non è solamente la narrazione di fatti accaduti nel passato. Essa narra fatti che accaduti nel passato, avvengono anche oggi. Fra poco su questi cresimandi che stanno ascoltando la Parola di Dio, discenderà lo Spirito Santo. Qual è la Parola che il Signore sta dicendo? "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama… se uno mi ama, osserverà le mie parole… chi non mi ama non osserva le mie parole".

Noterete subito che Gesù parla di "comandamenti" suoi, di "parola-parole" sue. Cari amici, questi termini denotano l’avvenimento cristiano nella sua interezza. Ed esso non è altro che Gesù stesso, la sua vita, la sua parola; è Gesù stesso in quanto rivelazione della presenza di Dio in mezzo a noi.

Di fronte a questo Fatto noi possiamo rimanere del tutto indifferenti; possiamo ignorarlo e vivere "come se non fosse mai accaduto". Gesù dice: vivere "non osservando la sua Parola". Ma di fronte a questo fatto possiamo essere commossi profondamente, coinvolti intimamente, e vivere la nostra vita quotidiana alla luce, secondo la misura di quell’avvenimento. Gesù dice: vivere "accogliendo i suoi comandamenti, osservando la sua parola".

Che cosa è che fa nascere in noi questo coinvolgimento, questa commozione di tutto il nostro essere sì che viviamo "osservando la parola" di Gesù? Gesù lo dice: "chi mi ama". Come è perfettamente corrispondente all’esperienza umana questa risposta! Quando una persona ama un’altra persona, non desidera forse fare ciò che le fa piacere? non vive forse "osservando" perfino i suoi desideri? Cari fratelli e sorelle, cari cresimandi, non meravigliatevi: tutta la vita, l’esperienza, la vicenda cristiana ha origine da questa intima commozione, da questo intimo coinvolgimento che ci fa ripetere con l’apostolo Pietro: "Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" [Gv 6, 68]. E quindi: io osserverò le tue parole, perché desidero vivere una "vita eterna", non una "vita mortale".

Cari cresimandi, ora potete comprendere perché la Chiesa oggi vi conferisce il sacramento della Cresima e mediante esso Gesù vi dona lo Spirito Santo.

È lo Spirito Santo che venendo fra poco ad abitare in voi, vi muoverà intimamente verso Gesù; vi farà sentire l’attrattiva che Gesù esercita su ciascuno di voi. In breve: vi farà "accogliere i comandamenti di Gesù", vi farà "osservare la sua parola". Fra poco nel Prefazio diremo che "tutti i credenti… si allietano dell’eterno destino di gloria che ci è stato donato nel Signore risorto". Lo Spirito Santo vi sarà fra poco donato perché vi allietate sempre di incontrare il Signore e di condividere con lui la sua stessa vita.

2. Sono sicuro, cari cresimandi e cari fratelli e sorelle, che tutto questo vi sembrerà come astratto, al limite: una buona [o cattiva, secondo i gusti] retorica religiosa. Ed è fondata questa vostra impressione, fino a quando non vi dico quale è il luogo dove concretamente tutto questo può accadere veramente; dove le parole dette prima cessano di essere semplicemente un’informazione, ma diventano un fatto che accade. Ebbene, questo luogo è la Chiesa; le varie e legittime comunità cristiane in cui è presente ed opera la Chiesa. Non è forse questa l’esperienza che stiamo vivendo ora, come la visse il centurione Cornelio? Egli aspetta "Pietro che arriva con alcuni fratelli"; egli è con i parenti e gli amici che aveva invitato. Esiste questa comunità; in essa c’è la preghiera dell’apostolo; la discesa dello Spirito Santo accade mentre Pietro sta parlando. Esattamente quanto sta accadendo fra noi: è riunita la vostra comunità; in essa il vescovo, l’apostolo vi sta annunciando la Parola di Dio; lo Spirito Santo fra poco scenderà su questi ragazzi.

Cari cresimandi, dopo la Cresima non abbandonate quindi la vostra comunità cristiana: finireste coll’abbandonare Cristo. E senza Cristo non è possibile vivere una buona vita, una vita bella ed eterna.