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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Pellegrinaggio a Lourdes
S. Messa del pellegrinaggio, 25 agosto 2011


1. La S. Scrittura usa molte immagini per rivelarci il rapporto di amore che il Signore intende stabilire con noi. Essa lo paragona ad un matrimonio fra Dio e la sua creatura; al rapporto fra un pastore e il suo gregge; all’amicizia fra due persone. Ed altre immagini ancora.

Una delle più suggestive è il banchetto nuziale: Dio paragona il suo abitare con noi al banchetto che si fa in occasione delle nozze. La salvezza che Egli vuole donarci è come un banchetto di nozze.

Come avete sentito, nel Santo Vangelo si parla di un banchetto tenutosi a Cana in occasione di una festa di nozze. Ricordando il testo evangelico appena ascoltato, tenete presente quanto vi dicevo al principio. Si sta parlando della nostra salvezza.

Nella narrazione evangelica sono sottolineati alcuni particolari sui quali richiamo la vostra attenzione. Ad esso "fu invitato … anche Gesù con i suoi discepoli"; a quelle nozze "c’era la madre di Gesù"; una grande quantità di anfore "per la purificazione rituale dei Giudei".

Ed accadde un fatto incredibile: viene a mancare il vino; la quantità preparata non basta. E Gesù compie il miracolo: l’acqua messa nelle anfore viene trasformata in vino.

Prima di procedere, desidero ricordarvi una cosa importante. Quando ascoltate la narrazione di un miracolo compiuto da Gesù, non dovete limitarvi alla considerazione del fatto miracoloso in se stesso, ma dovete sempre chiedervi: qual è il significato di questo miracolo? Che cosa voleva dirci Gesù con questo miracolo?

Con questo miracolo Gesù ha voluto rivelarci che è Lui il nostro Salvatore; che è in Lui che si compie e giunge a perfezione tutta la storia della salvezza dell’uomo. Fino a Lui, la salvezza che Dio offriva all’uomo era sì un banchetto di nozze: offerta di una vera amicizia, di comunione profonda. Ma, alla fine, era un banchetto senza vino. L’acqua contenuta nelle anfore "per la purificazione rituale dei Giudei" doveva essere trasformata in vino.

Se vogliamo approfondire ancora, teniamo presente che il vino nella S. Scrittura è il simbolo dello Spirito Santo. Gesù è il nostro Salvatore perché è Colui che ci dona lo Spirito Santo.

Ora comprendiamo la finale del racconto: "egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui". Ha manifestato la sua gloria perché ha compiuto, sia pure sotto un segno, la nostra salvezza interamente.

2. In questa pagina del Vangelo vicino a Gesù è posta Maria: il miracolo è compiuto su richiesta di lei. Ella è presente come Madre di Gesù e contribuisce in modo decisivo a che Gesù riveli la sua potenza redentiva.

Questa pagina evangelica rivela già in modo abbastanza chiaro la nuova dimensione, il nuovo senso della maternità di Maria. Concretamente, essa si manifesta come sollecitudine di Maria per ciascuno di noi: Maria è sollecita di introdurci nella potenza redentrice di Gesù. Ella desidera che siamo sotto la grazia salvifica del suo Figlio. Si pone fra noi e Gesù, non come un’estranea: come Madre sa quali sono i nostri bisogni. Si pone fra noi e Gesù per intercedere per noi: la sua mediazione ha un carattere di intercessione.

Ma la maternità di Maria ha anche un altro compito, manifestato nelle parole che dice ai servi: "qualsiasi cosa vi dica, fatela".

"La Madre di Cristo si presenta davanti agli uomini come portavoce della volontà del Figlio, indicatrice di quelle esigenze che devono essere soddisfatte, affinché la potenza del Messia possa manifestarsi" [b. Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris mater 21, 3; EE 8/675].

Cari fratelli e sorelle: ricorriamo alla Madre del Signore per ogni nostra necessità; ascoltiamola quando ci dice che cosa da noi desidera il suo divino Figlio.