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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


MESSA ESEQUIALE PER DON VITTORIO VENTURI
Bologna
27 febbraio 2004

1/ "E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato". Celebrando la divina Liturgia in suffragio del nostro fratello, la parola evangelica ci riporta all’origine di tutto: la decisione del Padre di "darci a Cristo". Egli ha pensato e voluto ciascuno di noi in Cristo, membra del suo corpo.

Su questa stessa appartenenza anche l’apostolo ci invita a meditare: "sia che viviamo, sia che moriamo, siamo … del Signore". Un’appartenenza fondata e costituita dalla sua morte e resurrezione "per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita, per essere il Signore dei morti e dei vivi".

Questa gratuita decisione del Padre deve essere fatta propria, deve essere corrisposta dall’uomo, se vuole entrare nella vita eterna. La risposta umana è la fede nel Signore Gesù: "chiunque vede il Figlio e crede in Lui ha la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno".

Carissimi fedeli, quanto la parola di Dio ci dice oggi assume un particolare significato per noi sacerdoti.

La nostra appartenenza a Cristo consiste anche nel fatto che Egli ci ha chiamati al suo servizio redentivo. Siamo stato costituiti "servi di Cristo" in ordine alla redenzione dell’uomo. Chiamati a partecipare alla sua stessa opera di salvezza dell’uomo.

2/ Questi pensieri guidano in modo particolare questa liturgia di suffragio per un nostro fratello sacerdote.

Don Vittorio ha svolto un lungo servizio sacerdotale. Egli infatti venne ordinato il 12 agosto 1945: stava per compiersi il suo sessantesimo di sacerdozio.

Don Vittorio ha vissuto il suo sacerdozio nel ministero parrocchiale soprattutto, in quel ministero cioè di quotidiana vicinanza e presenza in mezzo al popolo, attraverso il quale soprattutto l’opera redentiva si compie. Egli appartiene a quegli umili servitori di Cristo verso i quali la comunità cristiana ha così grandi debiti di riconoscenza.

Ma Don Vittorio visse la sua appartenenza a Cristo svolgendo, una volta ritiratosi dalla parrocchia, anche quel preziosissimo servizio sacerdotale che è il ministero di confessore. Presso il Santuario di S. Maria della Vita, di cui era Rettore, esercitò assiduamente questo servizio.

Affidando al Signore la sua anima, preghiamo colla liturgia che don Vittorio possa ora celebrare nella verità quei misteri che egli ha celebrato nel sacramento.

È il primo sacerdote, o Signore, che presento al tuo cospetto, come pastore di questa Chiesa di Bologna. Caro don Vittorio, prega per me il Cristo nostro Signore che, lo speriamo con fede, ora vedi in tutto lo splendore della sua gloria.