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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Bicentenario dell’incoronazione della Beata Vergine del Monte
Abbazia del Monte (Cesena), 8 settembre 2014


Carissimi fedeli, stiamo celebrando la memoria di un evento accaduto due secoli orsono in onore della Madre di Dio: l’incoronazione della Beata Vergine per le mani del Papa Pio VII, che ritornava dalla prigionia inflittagli da Napoleone.

Mettiamoci dunque in ascolto docile della Parola di Dio, che ci illumina sui santi Misteri che stiamo celebrando.

 

1. Avete sentito nel S. Vangelo la genealogia di Gesù. Forse, a primo udito, questa serie di nomi vi sembrerà non interessante, priva di significato. Non è così. L’evangelista vuole per divina ispirazione insegnarci verità importanti.

Il Verbo non è venuto ad abitare fra noi scendendo dal cielo, assumendo una sorta di corpo celeste. Egli entra a far parte della nostra umanità, diventa uno di noi, nel modo in cui è accaduto a ciascuno di noi: all’interno di una famiglia, di una genealogia, dentro un popolo.

In questo modo, il Figlio di Dio non ha assunto un’umanità astratta, priva di connotati storici. Assume un’umanità storicamente determinata, concreta: è veramente uno del popolo ebreo.

Tuttavia dovete fare attenzione ad un particolare nel racconto evangelico. Ascoltando la lettura evangelica, al momento decisivo c’è come una rottura. "Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe", e noi ci aspetteremmo: "Giuseppe generò Gesù".

Il ritmo si spezza e presenta Giuseppe semplicemente come "lo sposo di Maria, dalla quale è nato Cristo". Nella generazione di Gesù entra solo Maria. Ella, infatti, "prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo".

È con queste parole rivelato il più grande mistero riguardante Maria. Ella è la Madre Vergine del Figlio di Dio, nostro salvatore.

È Madre. Ella ha veramente concepito il Verbo divino nella nostra umanità. Lo ha portato in grembo per nove mesi; lo ha partorito ed educato. Cari fratelli e sorelle, il privilegio della divina maternità dona a Maria una dignità tale, da collocarla al di sopra di ogni creatura umana ed angelica.

Ma questa maternità è una maternità verginale, come ci rivela il S. Vangelo. Non vi cooperò in nessuna maniera attività umana.

La Chiesa ha riconosciuto e venerato la straordinaria grandezza di Maria attribuendole il titolo di Regina: degli angeli, degli apostoli, dei martiri… E per raffigurare davanti ai nostri occhi questa singolare grandezza, compie il rito di incoronare le sue immagini o le sue statue.

 

2. Perché il Padre che è nei cieli ha mandato il suo Figlio, nato da una donna? La risposta la troviamo nella prima lettura.

Ciascuno di noi non viene al mondo per caso, e nessuno nasce per necessità. L’apostolo ci rivela che ognuno di noi prima di essere concepito sotto il cuore di una donna, è stato concepito, cioè pensato, nel cuore di Dio. Egli ci ha conosciuto da sempre, ed ha deciso che ciascuno di noi divenisse in Cristo e mediante Cristo suo figlio adottivo, perché Gesù divenisse "il primogenito di molti fratelli".

Nel piano divino è colla stessa ed unica decisione che il Padre decide che il Verbo assuma la nostra carne e che una donna, Maria, lo concepisca nella nostra natura, perché noi ricevessimo l’adozione a figli. Fin dall’eternità Maria è legata al Verbo incarnato.

"Il Signore ha posto in te le sorgenti della vita", abbiamo detto e ripetuto. Sì, veramente nel grembo di Maria sono state poste le sorgenti della vita, poiché da Lei è nato l’autore della vita, Cristo Signore.