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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


INCONTRO COI MEDICI CATTOLICI (SCHEMA)
28 gennaio 1996

 E’ la prima volta che ho l’occasione di incontrarvi. E come avviene in questi casi, il primo incontro, sento il bisogno di dirvi la mia gioia e gratitudine, manifestarvi i miei desideri.

1. La coscienza della dignità della vostra missione-professione.
E’ necessario partire da questa percezione vivissima: essere medici è una cosa degna di stima. Perché? per il contenuto stesso di questa missione-professione. prevenire-curare la malattia, alleviare il dolore, consolare il sofferente. E’ la sintesi di due attitudini fondamentali: la scienza e la compassione. La scienza senza la compassione è empia; la compassione senza la scienza è magia. E’ un rapporto diretto colla persona, adeguato alla sua dignità.

2. Donde viene o può venire un “attacco” alla dignità della  medicina?
- Il rapporto medico-ammalato è diventato un rapporto non solo privato, ma ha anche una dimensione pubblica dovuta al forte impegno finanziario dello Stato. Questa progressiva de-privatizzazione del rapporto comporta una progressiva definizione della professione medica come funzione pubblica, definire i cui contenuti è compito della legge. Cioè: il medico è uno che deve assicurare determinate prestazioni.
- L’introduzione della legge sulla legalizzazione dell’aborto ha avuto un effetto devastante: ha mutato la definizione stessa di medicina. Essa non è più come tale unicamente orientata alla promozione della vita.
- la progressiva disaffezione al rapporto di persona a persona a causa della progressiva burocratizzazione della medicina.

3. Come custodire intatta questa consapevolezza di una verità, di una dignità che dimora nella professione medica? Esistono fatti che sono irreversibili e pertanto quella custodia non può consistere nel ricordo nostalgico del passato.
- La custodia avviene in primo luogo nella coscienza morale del medico stesso: la prima custode è la coscienza morale. Questa non è l’opinione dei volta in volta emergente o consentita dalla maggioranza. E’ l’atto con cui la nostra ragione capisce in una data situazione ciò che è bene, alla luce (in conformità) delle esigenze della persona umana. Il custode, la sentinella deve essere vigilante per impedire che entri ciò che deturpa; deve essere perspicace per discernere ciò che è bene non solo da ciò che è male, ma anche da ciò che è semplicemente utile e/o piacevole.
- La custodia avviene attraverso un serio lavoro culturale. Cultura è la “cura” dell’umano che è in ciascuno di noi: siamo i “pastori” della nostra dignità ed umanità.
- La custodia avviene attraverso un forte recupero della esperienza associativa.

Conclusione: la “passione per l’uomo” avvicina profondamente l’esercizio della medicina al Vangelo. Anzi: il segno costantemente indicato dal Signore per indicare la venuta del Regno è sempre stato la guarigione dell’ammalato. Dovremmo ricostruire questo incontro.